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Il presente volume nasce con l'intento di chiarire e approfondire come la rappresentazione del Dio pensato possa "influire", "favorire" o portare ad atteggiamenti psicopatologici nel "credente". La psicologia si è sempre interrogata su quale influenza abbia la religione sulla vita delle persone. La maggior parte degli studi si è, però, dedicata alla dimostrazione degli effetti positivi della religione su varie dimensioni psicologiche delle persone credenti praticanti, mentre poche ricerche hanno approfondito gli effetti negativi che la religione può avere sulla vita, in particolare per i credenti non praticanti, e quasi nessuno studio si è occupato di capire come si collochino gli atei nel confronto tra questi due gruppi.